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Con la concimazione e lo sfalcio della Brassica Juncea è iniziato il secondo anno di sperimentazione del progetto EcoDif.
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La necessità di aumentare le rese agronomiche e il massiccio utilizzo di fertilizzanti di origine sintetica, pesticidi e fumigazioni chimiche, hanno portato negli ultimi decenni a un uso non più sostenibile dei suoli agricoli.
ARSIAL, in collaborazione con il DAFNE – Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università degli Studi della Tuscia e il Comune di Colonna ha avviato sul territorio dei Castelli Romani il progetto pilota INDACO - Innovazione nei sistemi di difesa integrata nel territorio del comune di Colonna che si propone di promuovere e diffondere tra gli agricoltori l’uso di pratiche agricole a minore impatto ambientale, quale strategia volta al contenimento delle avversità fitosanitarie che colpiscono le colture agrarie.
La presentazione del 25 novembre, che si è tenuta a Pescia nei locali della centralina ortofrutticola della Cooperativa Il Chiarone, è stata un’occasione preziosa per un confronto tra l’intera filiera di produzione, (vivaisti, agronomi, agricoltori e cooperative) e i ricercatori del Crea impegnati da un anno in EcoDif, il progetto che cerca una strada più sostenibile per l’agricoltura intensiva.
L’Agenda 2030, approvata all’unanimità nel 2015 dalle Nazione Unite, rileva l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e si pone 17 Obiettivi che hanno validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura. Il cibo è un elemento strategico trasversale a tutti gli obiettivi.
Il 25 Novembre il gruppo di ricerca del CREA DC coordinato da Alessandro Infantino, capoprogetto di EcoDif, presenterà i primi risultati della sperimentazione ad un anno dall'adozione delle pratiche agronomiche ecosostenibili del progetto EcoDif.